Squirt o squirtare cos’è e cosa significa

Lo squirt, o eiaculazione femminile, è un argomento che da qualche anno tiene banco quando si parla del benessere della donna e della sua sessualità.

eiaculazione femminilePer fortuna, infatti, da quando la rete ha messo a disposizione molte fonti che forniscono informazioni su argomenti ritenuti tabù fino a non troppo tempo fa, il tema del piacere femminile, anche nelle sue espressioni più “vivaci” – o forse dovremmo scrivere “bagnate” – ha avuto modo di essere portato finalmente allo scoperto, approfondito e letto in chiave sana e positiva.

Oltre ai siti di lifestyle e costume, molti portali medici e pagine legate a collettivi culturali portano avanti una battaglia per garantire a ogni donna un rapporto sessuale consapevole e pienamente soddisfacente.

Dal canto loro, bisogna dire che anche i siti porno hanno contribuito alla nascita del mito dello squirting, che tra le categorie video di portali come Youporn o PornHub è campione di visualizzazioni.

La rete è piena di video per adulti nei quali la donna, al culmine del piacere, inonda la telecamera – e, in genere, un/a partner compiacente – con fontane di liquido – non ben definito, qualcuno dice sia pipì, più avanti chiariremo – in preda ad una sorta di trance da godimento supremo.

Impossibile restare indifferenti a getti d’amore di tale portata.

Ma in cosa consiste davvero l’esplosivo orgasmo femminile?

E quale liquido fuoriesce?

Lo possono raggiungere tutte le donne?

È davvero il non plus ultra del piacere?

Soprattutto: come si fa a squirtare?

Nelle prossime righe proveremo a rispondere a queste e altre domande fondamentali per fare chiarezza su una frontiera della soddisfazione sessuale che, a detta delle fortunate che l’hanno sperimentata, ogni donna dovrebbe raggiungere almeno una volta nella vita.

Cercheremo anche di spiegarti come si fa a squirtare ed elencheremo le regole magiche per far squirtare una donna.

Quindi accomodati, prendi carta e penna, e magari anche asciugamani e impermeabile! Iniziamo il viaggio nell’umido mondo dello squirting.

Andiamo con ordine:

Cosa significa squirting?

Lo squirting, il cui nome deriva dal termine inglese “squirt” che significa “schizzo”, consiste nella secrezione di potenti getti di liquido dall’uretra nel momento dell’orgasmo femminile.

Squirtare consiste quindi nell’eiaculare “a schizzo”, proprio come succede all’uomo; mentre, però, il meccanismo che regola l’esplosione di piacere maschile ha un funzionamento relativamente semplice, la “macchina” del piacere della donna è decisamente più complessa e richiede una buona conoscenza dell’apparato intimo femminile, oltre ad una certa pratica.

Che tipo di orgasmo si prova?

orgasmo femminileÈ difficile dare una risposta soddisfacente a questa domanda; come ogni esperienza legata alla sfera personale, non c’è una sensazione “tipo” da associare all’orgasmo che si prova quando si squirta.

Ogni corpo ha diverse caratteristiche e sensibilità, e risponde quindi in modo diverso anche agli stimoli sessuali.

Possiamo però avventurarci a dire, riassumendo le esperienze di alcune donne di varie fasce d’età intervistate in merito, che il piacere provato durante lo squirting è esponenzialmente più forte e “totale” rispetto agli orgasmi “tradizionali”, ossia orgasmo clitorideo – che scaturisce dalla stimolazione della clitoride – e vaginale – frutto della stimolazione interna della vagina, in particolar modo del punto G attraverso penetrazione o masturbazione -.

Nell’orgasmo accompagnato dallo squirting è come se orgasmo clitorideo e vaginale si fondessero, dando vita ad una vera esplosione di piacere, da far letteralmente tremare braccia e gambe, scaricando una quantità di adrenalina e endorfine tale da lasciare la donna in uno stato di totale relax, benessere e appagamento.

La “prostata femminile”, la fabbrica dello squirt!

La scienza si occupa da tempo di questa pirotecnica espressione dell’estasi femminile; già nel 1559 lo scienziato Realdo Colombo, nei suoi studi condotti sulla clitoride, tirò in ballo l’eiaculazione femminile.

Successivamente l’anatomista olandese Regnier De Graaf individuò la cosiddetta prostata femminile, ossia un insieme di piccole ghiandole situate sulla parete anteriore della vagina. Fu il ginecologo Alexander Skene, nel 1860, a ufficializzare al mondo medico l’esistenza di queste ghiandole, che oggi conosciamo appunto con il nome di ghiandole di Skene, e studiarne il funzionamento.

Le ghiandole di Skene, se stimolate, sono in grado di espellere liquido, allo scopo di aumentare la lubrificazione della donna durante il rapporto sessuale, agendo quindi in maniera simile alla prostata, che si occupa di produrre lo sperma nell’uomo.

Quale liquido fuoriesce durante lo squirting?

squirt o squirtingMentre lo sperma, risultato dell’eiaculazione maschile, ha aspetto, colore e odore inconfondibili – generalmente si tratta di fluido biancastro, più o meno denso a seconda dell’uomo -, il liquido che fuoriesce durante lo squirting è di natura più incerta e soprattutto desta in parecchie persone qualche sospetto.

Togliamoci il primo grande dubbio: quello che esce dall’uretra durante l’eiaculazione femminile non è affatto pipì!

Si tratta, infatti, di un liquido che, seppur prodotto dai reni e raccolto nella vescica prima di essere espulso dall’uretra, non contiene le stesse sostanze presenti nell’urina; certo, qualche traccia di urina potrebbe essere presente, ma diluita in particelle minuscole.

Le nostre testimoni “sul campo” ci confermano inoltre che, una volta asciutto, lo squirt non lascia macchie e odori sui tessuti sopra cui “piove”, e questa è un’altra caratteristica che lo distingue dalla pipì.

Se non bastasse, la scienza ci conferma che il liquido prodotto con lo squirting è composto da una secrezione densa che contiene in grandi quantità l’enzima chiamato PSA, che negli uomini viene prodotto dalla prostata.

Quindi una donna che “schizza” molto probabilmente sta buttando fuori un fluido più vicino allo sperma che alla pipì; chi ha provato l’esperienza conferma che anche odore e colore, seppur non somiglianti a quelli dello sperma, sono caratteristici e diversi da quelli della pipì, anche se a ingannare spesso è la provenienza dalla solita “sorgente”.

C’è anche un aspetto meccanico che contribuisce a sfatare il mito della fontanella di pipì durante l’orgasmo; quando la donna è molto eccitata, ormai in procinto di “venire”, fare pipì – per quanto spesso possa sopraggiungere uno stimolo – risulterebbe estremamente complicato.

Quanto liquido esce?

Anche in questo caso non possiamo dare una risposta univoca: a seconda del momento e delle caratteristiche di ogni donna, potrebbero uscire poche gocce come grandi quantità di liquido.

In alcuni casi, poi, per ragioni fisiche o per un improvviso blocco durante il momento clou, potrebbe capitare di non vedere neanche una goccia.

Si parla in questo caso eiaculazione retrograda, nella quale il liquido non esce ma risale fino alla vescica.
Questo spiega la presenza, in certi casi, di un liquido biancastro quando si va a fare pipì dopo il rapporto.Tranquillizzati i più schizzinosi, andiamo avanti, addentrandoci nella zona calda, lì dove nasce il piacere!

Adesso iniziamo a fare sul serio e a capire quali sono le mosse da fare per provocare lo squirting.

Come si squirta?

La pratica per arrivare allo squirting richiede un po’ di pazienza, la stimolazione delle parti giuste e, soprattutto, la giusta disposizione d’umore: non è detto si debba provare questa esperienza per avere una sessualità appagante, e la si deve provare solo essendone convinti e consapevoli, altrimenti il rischio di un flop è molto alto.

Molte donne preferiscono esplorare questo tipo di orgasmo da sole, attraverso la masturbazione, altre amano inserire lo squirting all’interno del gioco di coppia, sia facendosi masturbare dal/la partner che cercandolo durante il rapporto sessuale con penetrazione.

Come sempre nelle esperienze sessuali non c’è una regola che valga per tutti, se non quella di sentirsi totalmente a proprio agio nella situazione cui ci si approccia.

Partiamo per l’esplorazione!

esplorazione vaginaleSei la lei di una coppia affiatata e vuoi aggiungere un po’ di salsa piccante ai momenti di intimità?

Lo squirting fa al caso tuo.

Non dimenticare infatti che, se per la donna l’orgasmo “bagnato” è il top delle sensazioni di piacere, per l’uomo è una specie di medaglia al valore: riuscire a far squirtare la propria partner, oltre che contribuire a aumentare esponenzialmente il godimento di entrambi, sarà una grande iniezione di autostima che metterà il turbo alle sue performance sessuali, oltre ad essere una soddisfazione che difficilmente dimenticherà.

Se, invece, sei un lui di una coppia indecisa sul da farsi, prova a leggere questa guida al piacere con la tua partner, magari quando siete in procinto di fare sesso: chissà che, leggendo le lodi all’eiaculazione femminile – e quanto, di fatto, si tratti di un’esperienza sana e normalissima, la tua compagna non si convinca ad avventurarsi nella ricerca facendosi guidare proprio dalla tua mano…

Qualunque sia il tuo caso, la prima regola d’oro è: prendersi il giusto tempo.

Specialmente per i primi esperimenti è consigliabile ritagliarsi qualche ora libera, così da poter sistemare l’ambiente nel quale si vuole far pratica in modo che sia caldo, accogliente ed eccitante.

Una musica rilassante può aiutare a sciogliersi un po’.

Iniziamo la stimolazione:
La via per l’eiaculazione femminile parte dalla stimolazione della vagina, in particolare di punto G e clitoride.

Il famigerato punto G si trova nella parete anteriore della vagina, a circa 5 centimetri dell’apertura ed è il luogo magico del piacere femminile.

La giusta pressione su questo punto consente di stimolare le terminazioni di clitoride, uretra e vagina e iniziare il magico viaggio verso lo squirting.

Per riconoscere il punto G è necessario mettere un dito dentro la vagina fino a sentire, più o meno tra l’osso pubico e la vescica, una zona più rugosa, meno liscia. Ecco, quello è il punto G!

Siccome ogni vagina è differente, questa mappa è solo indicativa: servirà una paziente e attenta esplorazione per trovare il punto di maggior sollecitazione; questo aspetto dell’inseguimento dello squirting, condotto in solitaria o da una mano amica, risulterà già di per se’ molto divertente!

Una volta individuato l’epicentro della sensibilità, si potrà iniziare a stimolarlo con dolce insistenza e regolarità, senza dimenticare di stimolare allo stesso tempo la clitoride.

Si può usare qualche “aiutino” nella stimolazione?

Per quanto la tradizionale stimolazione manuale possa essere sufficiente per arrivare all’eaiculazione, l’utilizzo di qualche “sex toys” può contribuire a dare ancora più sprint all’eccitazione e garantire ancor più piacere.

Se siamo in coppia, inoltre, il sex toy potrebbe essere utilizzato dal/la partner, rendendo ancora più incandescente il gioco.

Ci sono in commercio moltissimi tipi di “apparecchi” in grado di muoversi con la giusta pressione sulle zone più sensibili: i “rabbit” ad esempio, hanno una parte vibrante ricurva che si utilizza per la penetrazione è relativa stimolazione del punto G, mentre le “orecchie” esterne garantiscono piacevoli carezze sulla clitoride.

Anche gli apparecchi “succhia clitoride“, abbinati alla stimolazione interna – o alla penetrazione – possono contribuire con successo alla causa dell’orgasmo, così come le palline delle geishe che, permettendo di allenare il pavimento pelvico e la zona del perineo, ne aumentano tonicità e sensibilità.

L’uso di lubrificanti può inoltre essere d’aiuto per aiutare lo scivolamento delle dita o dei giocattoli all’interno della vagina, evitando attriti e consentendo, fin da subito, di applicare al massaggio movimenti dolci e piacevoli.

Qual è la posizione migliore per squirtare?

come squirtareAnche in questo caso, sarà il corpo a indicare quale sia la posizione più favorevole al relax e alla giusta stimolazione; in generale, se si cerca l’eiaculazione durante la penetrazione, la posizione che garantisce la miglior pressione da parte del pene sul punto G è quella della Amazzone, anche detta “smorza candela“, nella quale la donna si trova a cavalcioni dell’uomo sdraiato, con la schiena dritta e le ginocchia piegate.

Si può assumere una posizione simile anche per l’esperienza “fai da te”, fermo restando che saranno i vari tentativi a indicare la strada migliore da percorrere!

Ma torniamo a noi…

Iniziata la stimolazione, con le mani o il vibratore – o entrambe le cose, perché no – è necessario proseguire con regolarità e senza troppa fretta, dosando pressione e direzione dei movimenti sulla base del piacere che se ne ricava; se si usano le mani, proprie o del partner, tenere indice e medio all’interno della vagina, messi a uncino, consente di stimolare il punto G lasciando libero il pollice di muoversi in senso circolare sulla clitoride.

L’altra mano potrebbe contribuire alla stimolazione esterna o dedicarsi a solleticare altre zone erogene, come i capezzoli; non dimenticarti che, quanta più eccitazione verrà raggiunta, tanto più soddisfacente sarà l’orgasmo, quindi ogni tocco in grado di far salire la tensione sessuale è utile.

Il massaggio regolare ben presto inizierà a dare i suoi frutti: il piacere aumenterà gradualmente ad ogni tocco, i capezzoli si faranno turgidi, la vagina si bagnerà copiosamente; la clitoride si inizierà a gonfiare, così come il punto G; chiari segnali che la tensione orgasmica sta salendo e non vede l’ora di esplodere.

Questo è il momento per insistere, aumentando gradualmente la pressione sui punti chiave e la velocità – anche qui si dovrà fare qualche tentativo, non è detto che aumentare velocità sia una tattica vincente, tutto è soggettivo -. A questo punto l’orgasmo è pronto ad affiorare.

Questa è la parte più delicata, basta un niente per vanificare tutti i piacevoli sforzi fatti finora.

Quando si ha a che fare con gli orgasmi “classici”, clitorideo e vaginale, la tendenza femminile è quella di interrompere la stimolazione – o la penetrazione – a orgasmo avviato; se si insegue lo squirting si dovrà fare esattamente l’opposto, ossia proseguire con la stimolazione interna ed esterna, con una pressione abbastanza decisa.

Molto probabilmente la sensazione che ne seguirà sarà simile allo stimolo di fare pipì; è qui che si gioca tutto!

Cercare di controllare lo stimolo, resistendo alle sollecitazioni che arrivano dal punto G, interromperà quasi sicuramente l’imminente squirting.

Si dovrà invece continuare a massaggiare – o a lasciar massaggiare – la vagina, lasciando andare ogni genere di controllo – anche psicologico – per dare il via ad una potentissima eiaculazione!

E se lo squirt non arriva?

Non è possibile avere una matematica garanzia di riuscita; nonostante ci si metta al suo inseguimento cariche di voglia, eccitazione e con grande applicazione lo schizzo potrebbe non arrivare.

In questo caso non c’è nulla di cui preoccuparsi: Per quanto, secondo recenti studi più della metà delle donne interpellate testimonino esperienze di eiaculazione, non è detto che la propria conformazione fisica sia predisposta allo squirting.

Questo non vieta però di provare piacere in molti altri modi e, se si volesse, fare qualche altro tentativo sulla via dello squirting.

Sicuramente sperimentare sarà fonte di tanti inediti orgasmi, anche se magari non a pioggia!

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